«No, non è solo colpa del petrolio. In gioco ci sono altri fattori». Avaneesh Acquilla, economista industriale della Ubs di Londra, li elenca uno per uno: «Per i produttori europei e giapponesi pesa la forza dell'euro e dello yen rispetto al dollaro, che rende più difficile esportare sul mercato americano. E per tutti, ma ancor più per le industrie Usa, bisogna considerare lo scenario di progressiva perdita di fiducia dei consumatori verso le prospettive economiche degli Stati Uniti». Infine, aggiunge Acquilla, dopo le buone performances di Borsa fatte registrare da molti titoli del settore nel 2007, quest'anno gli investitori stanno cominciando a riposizionare il proprio portafoglio».
Secondo Acquilla i crolli in Borsa di ieri non rimarranno un episodio isolato. «Gli investitori internazionali hanno puntato molti soldi l'anno scorso sui titoli delle case automobilistiche europee. Ora quello che vedono è un dollaro molto debole, o all'opposto un euro e uno yen forti, e un'economia americana in evidente rallentamento».
«Il clima che ci si attende dal settore dell'auto è quello della recessione», prosegue l'economista. «In Europa invece non si dovrebbe arrivare a questo, anche se certo il mercato automobilistico viaggia adesso su trend molto bassi, che dovrebbero confermarsi nell'arco di tutti i dodici mesi».
Per il 2008, Acquilla prevede una riduzione del 5% per il mercato americano. A soffrire meno saranno i produttori di veicoli di alta gamma, come Porsche e Daimler.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 5/01/08 a cura di Pambianconews