Sono i numeri a confermare il successo di Nespresso, uno dei marchi a più rapida crescita della multinazionale elvetica Nestlè: arrivato già nel 2006 a 1,16 miliardi di franchi svizzeri di vendite (circa 700 milioni di euro), l'obiettivo è di raggiungere i 2 miliardi entro il 2010.
Un boom planetario: più di 1.700 dipendenti nel mondo, oltre cento punti vendita da Buenos Aires a Pechino, il progetto di conquistare quest'anno gli Stati Uniti con dieci inaugurazioni, poi Shanghai e Singapore, fino ad arrivare a 250 boutique nel 2010. Prima che, nel 2012, scada il brevetto delle ingegnose capsule di caffè monodose e si possano scatenare gli imitatori.
In Italia sono otto al momento le boutique (a Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna); sei nuove aperture sono in cantiere per il 2008 e la previsione è di raggiungere quota 20 l'anno prossimo, con la nuova tendenza dei “boutique-in-shop” all'interno di grandi magazzini come Coin. La vendita di macchine da caffè, realizzate in partnership con varie aziende di elettrodomestici, è cresciuta del 90% nel 2007 rispetto al 2006; nel 2008 si stima un incremento del 96%.
«Ma potremmo anche arrivare a tre cifre», spiega Francesca Chelli, amministratore delegato e direttore generale di Nespresso Italiana. La crescita nel nostro Paese è forse più sorprendente: perché qui il caffè è una bevanda tradizionale, quando le capsule monodose arrivarono da noi il mercato era consolidato. «Era un mercato maturo, dove già si vendevano circa 340-330 mila macchine da caffè», ricorda il direttore generale, «ma la nostra innovazione ha dato uno scossone al settore».
Estratto da L'espresso del 4/01/08 a cura di Pambianconews