In Borsa! In Borsa! Di recente molte aziende di prestigio del panorama del tessile-abbigliamento campano stanno scoprendo la quotazione. Forse arriveranno tardi alla meta, per il trend negativo dei mercati finanziari, di certo sono intenzionate a sfruttare la capacità di aver navigato controcorrente dimostrando come la qualità, l'innovazione, la tradizione e la competenza siano punti di forza in grado di sconfiggere le crisi settoriali.
Hanno cominciato a parlare per primi alla Harmont&Blaine, l'azienda nota per il marchio del bassotto. Fondata nel '93 a Caivano, un'area industriale a nord di Napoli dall'attuale patron Domenico Menniti, specializzata in moda maschile, con un fatturato di 36 milioni (per un quinto frutto dell'export) sta entrando anche nel mercato degli accessori da viaggio. Di recente, alla H&B sono arrivati due executive come Giovanni Oddo e Antonio Cannavaro proprio per seguire l'iter della quotazione.
Più complessa è la strada che condurrà a Piazza Affari due aziende che fanno riferimento alla Campania: Kuvera e Inticom, note rispettivamente come proprietarie dei marchi Carpisa e Yamamay. L'idea è venuta a Luciano Ciurmino, che detiene il 25% di Kuvera e il 50% di Inticom, ed è stato lui a convincere i soci in Kuvera (la famiglia Carlino 50%, Sergio Ubaldo 5%) e in Inticom (la famiglia Garda 50%). Complessivamente i due gruppi dispongono di una massa critica di 400 milioni.
Sul medio-lungo termine pensano alla Borsa, e al listino principale tengono a precisare, anche da Isaia & Isaia, una delle firme del Made in Napoli più note a livello internazionale da circa mezzo secolo.
Estratto da Il Mondo del 7/12/07 a cura di Pambianconews