Questo sarà l'anno del ritorno allo sfarzo, che cancellerà il minimalismo del recente passato. Ed è un gioco che ci piace molto», spiega Andrea Visconti, responsabile commerciale e marketing dell'azienda di gioielli Giorgio Visconti che assieme a suo fratello Fabrizio ha preso in mano le redini della società.
Al fianco dei gioielli standard, il su misura resterà il marchio di fabbrica: «In Italia abbiamo clienti fra le grandi famiglie, mentre l'Est è il regno dell'ostentazione. Negli anni Ottanta comincia la lenta ma costante ascesa del marchio all'estero: Germania, Svizzera, Belgio e Olanda. La boutique Visconti approda nella Fifth e nella Madison avenue newyorkesi, apre a Miami, Dallas e Los Angeles. Per gli Stati Uniti sceglie una politica aggressiva di marketing e non perde terreno.
Oggi l'azienda punta alla Russia (che già vale il 5% del fatturato e sfiora il 10% con i Paesi dell'ex Unione sovietica) e,al Giappone, dove Visconti “tradirà” il classico modello di distribuzione in storiche botteghe per diffondere boutique monomarca. «Questione culturale. In Giappone il cliente valuta il brand soprattutto in base al negozio che vede», argomenta. La Cina, invece, resta un miraggio. «Credo che li abbiano più possibilità i grandi brand, con le loro immense capacità di pubblicità».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 1/12/07 a cura di Pambianconews