Tutto ha inizio quando alcune persone, designer e creativi di Valcucine, decidono di allestire una finta galleria d'arte moderna in cui ambientare gli scatti per un servizio fotografico. Per realizzare una finta galleria servono delle finte opere d'arte. E saranno proprio loro, Enrico, Gianluca, Paolo, Michelangelo, Daniele, Giorgio, Deisa, Federico, Alex, Denis ad improvvisarsi artisti immaginari.
Ma quello che doveva essere un finto progetto espositivo diventa l'occasione per dar vita ad un vero percorso creativo. Tele bianche su cui imprimere un messaggio. Su cui lasciar fluire l'immaginazione per trasmettere, attraverso colori, segni, forme, figure, un pensiero o un'emozione. Così il gioco diventa un impegno concreto, un momento in cui sondare la propria interiorità per lanciare un messaggio significativo.
Transfert: una parola antica e moderna, che indica passaggio, movimento, dinamismo. Le opere diventano 20. Le tele vengono riprodotte su un diverso supporto, il vetro, attraverso un adattamento della tecnica dell'intarsio alle nuove tecnologie. Il processo è l'evoluzione del programma Artematica Vitrum Arte che permette a Valcucine di coinvolgere il cliente nella fase creativa attraverso la personalizzazione delle ante da cucina.
I due concetti chiave della mostra si rivelano, dunque, essere quello di creatività e quello di manualità. Da un lato la creazione di un'idea che può essere processo intuitivo o mediato. Dall'altro la mano dell'artista che esterna la propria idea nella forma espressiva a lui più congeniale; ma anche la mano precisa dell'intarsiatore.
A cura di Pambianconews