Il punto di partenza è stato tenere insieme due esigenze: quella dell'azienda di aumentare la produttività, per crescere e mantenere la produzione in Italia, e quella dei sindacati di offrire ai dipendenti maggiori possibilità di carriera e aumentare i soldi in busta paga. Ci sono voluti otto mesi e poi alla fine i diversi interessi si sono saldati, messi nero su bianco con l'accordo appena firmato.
Massimiliano Tabacchi (nella foto), amministratore delegato della Safilo (un miliardo e 122 milioni di euro di fatturato nel 2006), è convinto che con un mondo globalizzato, dove la competitività impone aggiustamenti rapidi e mirati, è in fabbrica che devono essere affrontati i problemi. «Bisogna spostare il baricentro sulla contrattazione aziendale. è l'efficienza interna che ci permette di restare competitivi e di bilanciare gli svantaggi di sistema», dice Tabacchi. L'accordo è un salto in avanti rispetto alla formula del precedente integrativo, sia per la quantità di salario che viene messo in gioco, sia per la flessibilità dei meccanismi.
I parametri sono tre: uno legato all'utile operativo, l'altro all'efficienza produttiva, un altro ancora alla formazione. Il premio legato all'utile operativo in rapporto al fatturato dimostra la volontà dell'azienda di condividere lo sviluppo azienda le con le risorse umane.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 28/11/07 a cura di Pambianconews