Il marchio giovane da 180 milioni di euro di ricavi sta valutando lo sbarco a Piazza Affari che dovrebbe avvenire entro i prossimi tre anni. Nei progetti futuri, il lancio di una collezione uomo e di una linea di underwear.
Per Liu Jo la prossima fermata è la Borsa. Contando su 180 milioni di euro di fatturato atteso per il 2007 e un progetto di espansione del brand a livello mondiale, Liu Jo pensa allo sbarco a Piazza Affari. Lo fa in modo concreto, e l'orizzonte temporale per finalizzare l'operazione, pur non vicinissimo, anche in relazione alle turbolenze che stanno colpendo i mercati finanziari, è fissato al massimo nei prossimi tre anni. E già diverse banche avrebbero avviato contatti con la società per proporsi in veste di advisor finanziario per l'ipo. L'idea di aprire il capitale dell'azienda al mercato è uno dei punti fermi di Vannis Marchi, mente economica della griffe nata 12 anni fa dalla creatività di suo fratello Marco (nella foto).
I prossimi passi sul tragitto che nei piani della famiglia Marchi porterà l'azienda a trattare sulla piazza milanese sono tutti indirizzati verso l'estero. Il marchio è presente direttamente con sue boutique in diverse aree internazionali e recentemente è stato aperto un corner nei magazzini Harrods. Ma le vetrine Liu Jo luccicano anche alle Galeries La Fayette di Parigi o in lidi lontani dal Vecchio continente, dalla Cina ai paesi dell'Est come l'Ucraina. Le strategie sono già state individuate: si punterà sempre più sull'incremento della presenza e della visibilità sia attraverso negozi diretti che in franchising. è stabilito, però, che il cuore produttivo dell'azienda rimanga nel quartier generale di Carpi (Modena), dove il marchio è nato e dove oggi sono impiegate oltre 230 persone. La squadra creativa, invece, è composta da circa 50 tra designer e altri collaboratori.
Nato come griffe dedicata a un target femminile giovane ma non adolescente, Liu Jo ha visto svilupparsi nel tempo altri marchi, tra cui quello per bambini e uno dedicato all'home design. Nei progetti di crescita dell'azienda c'è l'intenzione di spaziare sempre più nei prodotti offerti per intercettare una fascia di clienti più estesa, anche nel campo della moda uomo o dell'intimo. Comunque, già lo scorso anno uno studio realizzato da Pambianco Strategie di Impresa indicava Liu Jo tra le circa 80 società del settore moda con le carte in regola per la quotazione.
Tra i criteri utilizzati dallo studio per individuare le matricole papabili del settore moda e lusso c'erano il limite minimo di ricavi fissato in 40 milioni, un fatturato negli ultimi tre anni con crescita superiore al 10% o un ebitda medio salito di almeno l'8% (oltre il 15% in presenza di un fatturato modesto), oppure con un ebitda con crescita inferiore ma ricavi in aumento di almeno il 50%.
Estratto da MFFashion del 22/11/07 a cura di Pambianconews