Mantenere processi produttivi artigianali e rimanere competitivi in un mercato globale e sempre più tecnologizzato. Sembrerebbe un'impresa disperata, ma non è così. A provarlo sono certe aziende che riescono a coniugare i due elementi: una manualità di nicchia e una quantità di prodotti in grado di soddisfare richieste internazionali.
Un esempio di questa sintesi è la Le Fablier, azienda nata nel 1986. Oggi l'azienda vanta una sede a Valeggio sul Mincio, vicino Verona, 65 dipendenti, 750 punti vendita in Italia, un fatturato di 25 milioni di euro nel 2006 e il 10% di export, in crescita del 15% rispetto al 2005.
Per il 2007 è previsto un aumento solo del 5%. «Perché il mercato del mobile è strettamente legato a quello della casa, che ora sta registrando una crisi anche dopo l'effetto dei mutui subprime. Ma nel 2008 torneremo a una crescita a due cifre» spiega Michela Barona (nella foto), amministratore unico di Le Fablier, la società che facendo mobili artigianali in legno, rivolti soprattutto alle giovane coppie di sposi, intende vendere non solo oggetti d'arredamento, ma una filosofia dell'abitare.
Le Fablier non produce in modo industriale, ma si avvale solo di artigiani del legno: intarsiatori, ebanisti, tornitori, lucidatori ogni anno sfornano almeno 55mila mobili tra camere da letto e per il pranzo. Tutte in noce, ciliegio e tiglio.
Il 2008 sarà l'anno del rinnovamento: il mobilificio lancerà una linea etnica e lampade di murano. Più avanti arriveranno anche tappeti, completi per la camera da letto e oggettistica. L'obiettivo è completare il mondo delle favole Le Fablier.
Estratto da CorrierEconomia del 19/11/07 a cura di Pambianconews