Consumi in calo anche in Lombardia. Anzi: soprattutto in Lombardia. Secondo Iri information resources, le quantità vendute in regione da super e iper nell'ottobre 2007 rispetto allo stesso mese del 2006 sono diminuite dell'1,8 per cento. Sostanzialmente stabile, invece, il fatturato nelle casse della grande distribuzione: più 0,5 per cento. I lombardi hanno risparmiato su elettrodomestici (meno 8 per cento) e tessile (meno 7,5 per cento). In diminuzione persino la voce «drogheria alimentare» (meno 2,6 per cento) e le bevande (meno 4,9 per cento). Considerando l'Italia nel suo insieme, la contrazione delle quantità vendute in iper e super si è fermata a quota meno 0,2 per cento mentre il fatturato è cresciuto del 2,1 per cento.
La battuta d'arresto nei consumi non è una sorpresa. L'allarme è stato lanciato nelle scorse settimane dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. La questione è stata ripresa anche da Confcommercio.
«Il popolo dei mille euro al mese ha compresso i consumi al massimo, soprattutto in Lombardia – constata Renato Borghi, vice presidente vicario dell'Unione regionale del commercio -. C'è l'ostinazione a non capire che i consumi sono il volano dell'economia. Questo calo della spesa delle famiglie non si può giustificare con i rincari di pasta e pane. L'inflazione è sotto controllo».
I commercianti accolgono la proposta dell'Adiconsum di «riaprire» l'Osservatorio sui prezzi attivato negli anni scorsi da Comune e Camera di Commercio: «Si tratta di un organismo che non si era mai sciolto – dice Borghi – da parte nostra siamo disponibilissimi». Resta il fatto che si prospetta un Natale all'insegna del risparmio. «L'andamento della fiducia dei consumatori e delle imprese del commercio al dettaglio segnala rischi verso il basso sulle vendite a cavallo tra fine anno e inizio 2008», ha detto ieri Gregorio De Felice, capo economista di Intesa San Paolo, durante la giornata sugli scenari della moda e del lusso organizzata da Pambianco Strategie di Impresa.
Dal canto loro le associazioni che rappresentano i consumatori si sentono disarmate. «Dare alla gente gli strumenti e le informazioni per comprare al meglio non basta più – allarga le braccia Francesca Arnaboldi, presidente Confconsumatori Lombardia -. Il problema è che non ci sono soldi da spendere». Arnaboldi racconta di genitori costretti a rinunciare alla scuola privata del figlio. O inguaiate dall'ennesimo prestito contratto con una finanziaria. «Le famiglie sono in balia di falsi bisogni creati dalla tv», aggiunge un tassello al discorso Angela Alberti, dell'Adiconsum Lombardia -. Quello che prima era superfluo è diventato essenziale. E così i bilanci finiscono in rosso».
Estratto da Il Corriere della Sera del 14/11/07 a cura di Pambianconews