«Vendere Bulgari? Non scherziamo, certo se mi offrissero 4 miliardi… », aveva dichiarato Francesco Trapani due anni fa. Nel frattempo Bulgari ha glissato sulle avance di Francois Pinault e ha raggiunto una capitalizzazione di circa 3,5 miliardi. In dodici anni di quotazione, la società ha decuplicato il valore dell'azione (che è passato da 1,15 dell'Ipo a 11,3 euro), il fatturato è cresciuto cinque volte (dai 199 milioni del `95 agli oltre 1,1 miliardi attesi per il 2007) con utili in aumento di circa il 500% che a fine anno dovrebbero sfiorare quota 120 milioni (erano 20,4 milioni nel `95).
E nella classifica di Institutional Investor per le aziende del lusso, Trapani si è piazzato subito dopo Bernard Arnault di Lvmh, ma prima di Norbert Platt di Financiere Richmont. Una bella conquista, quella del gruppo di gioielli romano. Tuttavia continuare a crescere a tassi del 10% all'anno diventa una sfida sempre più difficile man mano che il gruppo va acquistando peso, ma Trapani vede rosa anche per il futuro: «Esistono importanti margini di crescita. Un fatturato di 1,1 miliardi è molto, ma poco se si guarda alle economie mondiali e alle potenzialità del settore».
Per continuare a crescere l'azienda apre negozi-martedì 23 sarà la volta del secondo monomarca dedicato agli accessori in via dei Condotti a Roma dove tutto è iniziato oltre un secolo fa – si prepara a lanciare nuovi prodotti entrando in nuovi mercati. «Oltre che naturalmente per la gioielleria, anche per gli orologi, gli accessori e la cosmetica-precisa l'ad di Bulgari -abbiamo in previsione nuovi lanci�. Quanto ai nuovi mercati il gruppo conta di investire in Cina, India, Russia e Macao.
Estratto da Affari&Finanza del 23/10/07 a cura di Pambianconews