Sulla strada che porta a Disneyland, all'uscita di un'autostrada puntellata di fast food e rivenditori di auto usate, sorge il più improbabile paradiso dell'alta moda italiana. Si chiama South Coast Plaza, mall super-esclusivo dove fanno shopping i nababbi della California, e dove le case di moda italiane hanno orchestrato in collaborazione con l'Istituto per il commercio estero una delle iniziative promozionali più sontuose, grandiose e hollywoodiane della storia recente.
Per l'intero mese di ottobre il megamall, lo shopping center con il più alto fatturato annuo in America (1,5 miliardi di dollari nel 2006) e ben 30 boutique di stilisti italiani, si trasformerà in un veicolo promozionale per la moda, i prodotti e la cultura italiana. Due nuove mostre «FashiONset» e «Playing with textiles», offrono una carrellata di costumi disegnati dall'atelier Annamode per il cinema negli ultimi 60 anni e una presentazione dei tessuti italiani messa a punto da un gruppo di studenti dell'Accademia di Brera.
«Il ricco consumatore americano è molto più sofisticato di un tempo, cerca marchi prestigiosi e capi di alta qualità, sostiene Gildo Zegna, amministratore delegato della Ermenegildo Zegna. E non si trova più soltanto a NewYork o a Los Angeles». La Zegna, per esempio, inaugurerà il mese prossimo un nuovo negozio a Washington, in gennaio riaprirà quello di New York, disegnato da Peter Marino, e i piani per il futuro includono punti vendita in nuove località.
L'ampliamento della base di clientela spiega quindi perché le esportazioni italiane di moda negli Stati Uniti continuino a salire nonostante il caro euro. Nel primo semestre del 2007 sono cresciute del 7,4% a 3,4 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2006, con aumenti del 9,5% nell'abbigliamento (720 milioni di dollari) e dell'11% nelle calzature (581 milioni); solo la gioielleria ha registrato una flessione del 12% a causa della crescente concorrenza dei Paesi emergenti.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/10/07 a cura di Pambianconews