Ci sono voluti 3 anni per completare l'80% del riassetto di Frette, lo storico marchio brianzolo, che dal 1860 produce biancheria per la casa e per gli alberghi, caduto in disgrazia per il fallimento della controllante FinPart.
La ristrutturazione del gruppo è iniziata nel 2004 con l'entrata in scena di Jh Partner e solo pochi mesi fa, infatti, la società di San Francisco ha rilevato il controllo di La Perla. Un'operazione che voci di mercato ipotizzano non lontana da 200 milioni di euro che comunque «rappresenta il maggior investimento della società» spiega Jeff Hansen, partner del gruppo e responsabile di diverse operazioni tra cui proprio quelle Made in Italy.
I risultati finanziari del lavoro fatto da jh Partner sulla struttura di Frette sono iniziati ad arrivare nel primo semestre del 2007, quando il gruppo ha realizzato ricavi netti per 43,1 milioni di curo (con una crescita dell'8,8% rispetto allo stesso periodo del 2006) con un'ebitda di 4 milioni (in aumento del 40,6%). Per accelerare il risanamento delle società la ricetta del fondo americano è comprare in contanti. «Cerchiamo di utilizzare il meno possibile la leva finanziaria, non più di 4volte 1'ebitda» continua Hansen.
Gli americani sono entrati nel gruppo italiano inizialmente attraverso un affitto di ramo d'azienda, poi con l'acquisto dello stesso, mentre solo un anno fa è stato definitivamente rilevato anche il marchio. Il valore dell'operazione ha visto un impegno finanziario non lontano da 60 milioni di curo.
La scommessa di Hansen al suo arrivo è stata quella di puntare sull'efficienza di un gruppo che non riusciva a rispettare i tempi delle consegne e aveva un'ebitda negativo per io milioni di curo. Adesso l'obiettivo dichiarato è riuscire a chiudere il 2007 con una margine operativo lordo vicino ai 12 milioni. «Oltre a migliorare l'efficienza – continua il manager- abbiamo aperto diversi nuovi negozi negli Stati Uniti e abbiamo sviluppato prodotti che andassero oltre la biancheria da letto». Anche in questo caso sono arrivati i primi risultati: il canale retail incide per i156,3% delle vendite che avvengono prevalentemente in Italia (43,9%), ma con un'ottima crescita del mercato americano (28,3%).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/10/07 a cura di Pambianconews