Solo fino a pochi mesi fa, sembrava un'eresia. Male vie della moda, come più volte dimostrato sono infinite. Così nelle ultime settimane le griffes made in Italy si sono lasciate «traviare» dalla tecnologia, fino al punto di lanciarsi nell'e-com merce.
L'ultimo dei grandi a infrangere il tabù è stato Gucci, che proprio pochi giorni fa ha alzato la saracinesca sulla prima boutique on line italiana. Cliccando www.gucci.com ed entrando nella sezione Italia si possono trovare tutti gli accessori (per ora niente abbigliamento) del negozio, allo stesso prezzo, nella stessa varietà e confezione. Ma si compra stando comodamente seduti sulla poltrona di casa.
Unico inconveniente il tempo di consegna, che per quanto rapido (si aggira sui tre giorni) non dà la soddisfazione della formula «scegli, paghi e porti a casa». «Il negozio on line deve rappresentare un complemento al negozio fisico, non deve sostituirlo – ha commentato Mark Lee, ceo di Gucci – Siamo confidenti che i nostri clienti italiani apprezzeranno fare acquisti on-line, come già lo stanno dimostrando gli altri paesi dove il servizio è disponibile. Il sito permette di acquistare prodotti che vengono direttamente recapitati a casa se il nostro cliente è impossibilitato a venire in negozio. L'esperienza di acquisto on-line intende completare quella del negozio fisico, non sostituirla».
In verità la maison toscana, dal 1999 controllata dal gruppo francese Ppr, è tra i pionieri dell'e-commerce nel campo dei brand del lusso. La sua prima volta risale, infatti, al 2002 quando sotto l'egemonia della gestione De Sole-Tom Ford il marchio della doppia G si affacciò alla vendita on- line negli Stati Uniti.
Altra storia per Armani, che solo pochi giorni prima di Gucci ha inaugurato il primo Emporio on-lime, visitabile all'indirizzo www.emporioarmani.com. Il servizio di e-commerce, che per ora è attivo solo negli Stati Uniti, a differenza di Gucci è stato affidato a una società esterna, la Y Services del Gruppo Yoox. La internet company di Bologna fondata sette anni fa da Federico Marchetti fornisce la tecnologia e il design interfaccia, la logistica e il customer care, mentre Armani segue in prima persona, in ogni minimo dettaglio, l'immagine della boutique.
Il limite più grande del e-commerce – non molto lontano dalla vecchia vendita per corrispondenza è proprio l'impossibilità di provare gli abiti e vederli in 3D. Ma anche questa volta re Giorgio non ha avuto paura e ha aperto la strada alla vendita on-line anche dei capi d'abbigliamento griffati, per ora solo su siti specializzati come Yoox, Amazon e E-bay, in barba agli spettri della caduta nel cheap.
Basta non abbassare il livello del marchio e riproporre le stesse collezioni in vendita nelle boutique. O addirittura creare delle mini edizioni limitate solo per il web, come sta pensando Versace per la sua Home Collection, che sempre in questi giorni ha presentato il nuovo sito dedicato all'arredamento. Creato da un team interno è già pronto a sbarcare anche nell'e-commerce con una linea ad hoc.
Estratto da Finanza&Mercati del 25/09/07 a cura di Pambianconews