Tommy Hilfiger si definisce «stilista non ortodosso», anche se è il direttore creativo di un'azienda che nell'ultimo anno fiscale (chiuso il 31 marzo corso) ha avuto ricavi per oltre 1,8 miliardi di dollari ed è una delle più importanti della moda americana, insieme a Ralph Lauren e Calvin Klein.
«Siamo un brand tipicamente americano, con una fortissima connotazione sportiva, però nel tempo siamo cambiati e mi piace pensare che Tommy Hilfiger oggi significhi casual luxury» spiega lo stilista.
Tommy Hilfiger è da anni un brand globale: lo sbarco in Europa è iniziato, in modo molto graduale, nel 1997 e oggi dai mercati europei viene circa il 40% del fatturato.
«Puntiamo moltissimo sui Paesi emergenti, in India ad esempio siamo presenti dal 2003, ma anche sull'Europa e in particolare sull'Italia, dove negli ultimi due anni abbiamo fatto enormi investimenti�, spiega Hilfiger.
L'accelerazione negli investimenti ha coinciso con la vendita dell'azienda ad Apax Partners: nel maggio del 2006 il fondo ha completato l'acquisizione di Tommy Hilfiger Corporation per 1,6 miliardi di dollari e Michael Phillips, partner di ApaxPartnersWorldwideLLP, l'aveva precisato subito: « Tommy Hilfiger grazie al nostro supporto avrà la possibilità di crescere sia a livello operativo che finanziario».
I rapporti dell'azienda con l'Italia toccano anche le licenze internazionali: per gli occhiali l'accordo è con De Rigo, per le borse della linea più sportiva con Mandarina Duck.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 15/09/07 a cura di Pambianconews