Gabriele Del Torchio, amministratore delegato della casa motociclistica di Borgo Panigale, guarda lontano dalle piste di gara: «l'ostacolo più grande che ci troviamo di fronte è l'euro, con la sua forza. Noi siamo un'azienda medio-piccola che ha come competitors nella sua fascia di mercato i grandi colossi giapponesi: Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki.
Loro sono industrialmente molto più grandi di noi e hanno oggi anche il grande vantaggio di una valuta, lo yen, estremamente competitiva nei confronti di un prodotto interamente realizzato in Italia”.
Del Torchio guarda al business più che alle piste di gara. «Non bastasse la concorrenza giapponese, tenete presente che il nostro primo mercato sono gli Stati Uniti. Negli Usa, in termini di valore, vendiamo un po' più che in Italia, e i due mercati assieme valgono più del 50 per cento del nostro totale di vendite. è chiaro che se il dollaro non fosse in difficoltà com'è nei confronti dell'euro, i nostri conti ne risentirebbero in maniera positiva».
Uomo di finanza, attento ai conti fin da quando negli anni Ottanta lavorava in New Holland, Del Torchio è stato chiamato nella primavera scorsa nel consiglio di amministrazione di Ducati e dal 21 maggio è amministratore delegato. è il simbolo stesso della volontà della nuova proprietà – la famiglia Bonomi – di cambiare marcia rispetto al passato, dopo l'uscita dal capitale del fondo texano Tpg e dopo due esercizi (2005 e 2006) chiusi in rosso.
Ma per gli appassionati di motociclismo quello che sta vivendo la Ducati è qualcosa di più coinvolgente rispetto al ritorno in utile dei conti.
«Arrivando in Ducati – spiega Del Torchio – ho trovato una diffusa consapevolezza del fatto che abbiamo davanti una occasione davvero straordinaria, viviamo una opportunità forse unica, certo elettrizzante e faremo del nostro meglio fino all'ultimo metro dell'ultima gara. Ma i problemi di fondo restano e questo, ripeto, è chiaro a tutti.
Così dobbiamo lavorare molto perché le cose vadano bene anche fuori dalle piste e la ricetta è semplice: aumentare la qualità e l'affidabilità dei nostri prodotti, migliorare l'efficienza produttiva, incrementare la quota di internazionalizzazione delle nostre vendite, che oggi è attorno al 75 per cento del totale. Negli ultimi otto anni Ducati ha venduto circa 30 mila moto l'anno, vogliamo arrivare a 40 mila nel corso del piano industriale che si concluderà nel 2010 e che presenteremo nei dettagli il prossimo novembre».
Estratto da CorrierEconomia del 3/09/07 a cura di Pambianconews