Una sede di 9 mila metri quadrati a Padova, otto team creativi, 100 persone tra analisti di mercato, designer, tecnici, esperti di marketing, 15 milioni di fatturato con incrementi annui del 30%. I numeri parlano chiaro: la «Alberto Del Biondi Industria del design» è un esperimento ben riuscito. Si tratta di uno dei primi casi in Italia e nel mondo di una società che offre alle aziende una consulenza di design a tutto campo.
La «mente pensante» è Alberto Del Biondi, un autodidatta che ha iniziato con il settore calzature (quello in cui operava la sua famiglia) e che oggi si occupa di barche, mobili, lampade e quant'altro gli venga proposto da aziende italiane e internazionali. Ma Del Biondi è anche uno che ha le idee chiare sul settore che più gli sta a cuore. E non le manda a dire.
In merito alla solida leadership del design italiano a livello internazionale egli ha così affermato: «Come tutte le attività il design sta diventando globale sia per quanto riguarda i mercati nei quali i prodotti di design sono richiesti dai consumatori che per la produzione.
Più che di leadership, nel futuro credo che sia sempre più necessaria, per avere successo, la capacità di integrare nell'oggetto di design punti di vista e culture a volte apparentemente distanti».
Alberto Del Biondi conclude parlando delle novità, italiane o internazionali, che è prevedibile attendersi in un prossimo futuro in termini di nuove aree di produzione, nuove tendenze e una diversa sinergia tra aziende e designer: «Evidentemente il tema delle aree di produzione non può essere ignorato. Il Far East dal punto di vista delle imprese manifatturiere è già importante e lo diventerà sempre di più. Per quanto riguarda le tendenze, è in atto un processo di globalizzazione del gusto e contemporaneamente alla riscoperta di temi fortemente caratteristici di ogni cultura, è quello che i sociologi chiamano «glocal».
Un'azienda di design che lavora a livello internazionale deve tener conto di queste tendenze e deve riuscire a seguirne le dinamiche. Molto importante per me è il tema del rapporto tra aziende e designer”.
Estratto da CorrierEconomia del 3/09/07 a cura di Pambianconews