«Fino a qualche anno fa ho mantenuto un sontuoso e vagamente bizzarro distacco dalle dinamiche del mercato globale. Poi ho capito che era necessario cambiare atteggiamento. Voglio che la mia azienda cresca e lo faccia a ritmi sostenuti: è divertente, entusiasmante, ma soprattutto è l'unico modo per restare autonomi, per continuare ad avere la libertà di seguire la filosofia che sta alla base dei nostri marchi».
Carlo Rivetti, presidente della Sportswear Company di Rivarolo (Modena), cui fanno capo i brand di abbigliamento informale Stone Island e C.P.Company, ha appena firmato un accordo con la Imaginex di Hong Kong, uno dei maggiori distributori di abbigliamento e accessori sui mercati asiatici, per l'apertura di 20 monomarca entro i prossimi due-tre anni.
«Metà saranno dedicati esclusivamente a C.P.Company, l'altra metà a Stone Island: è una formula nuova per noi, finora avevamo pensato a flagship store dove trovassero spazio entrambi i marchi, come accade ad esempio a Milano. Ma in futuro potremmo ripensarci: si vede che i due brand appartengono alla stessa famiglia, nascono dalla stessa filosofia e che sono frutto dello stesso mix di ricerca tecnica e stilistica improntata al look informale, però ognuno ha la sua personalità e per farli crescere forse è meglio dare a entrambi un loro spazio vitale». L'accordo siglato con Imaginex prevede le prime cinque aperture (tre negozi Stone Island e due C.P.Company) tra la metà di agosto e i primi di settembre , a Shanghai, Tianjin e Chengdu.
E il mercato italiano? «Quando ho rilevato l'azienda, nel 1983, solo il 10% del fatturato veniva dall'estero. Ora siamo al 75% e vorremmo aumentare ancora. L'Italia resta la nostra base, tutto viene concepito e testato qui, ma la crescita può avvenire solo sui mercati stranieri». Nel 2006 i ricavi della Sportswear Company hanno raggiunto 57 milioni di euro e da anni la ricerca assorbe circa il 10% del fatturato.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 4/08/07 a cura di Pambianconews