Su 38 operazioni di Merger & Acquisition che nel secondo trimestre hanno riguardato la moda, ben sette (1896 del totale) sono avvenute per mano dei fondi di private equity che confermano così il loro interesse per il settore, almeno da dieci anni a questa parte. Lo evidenzia un recente report pubblicato da Pambianco Strategie d'Impresa, che elenca tra le aziende italiane protagoniste Fingen (con l'acquisizione della catena Tic Rack) e Burani Designer Holding, azionista di maggioranza del Mariella Burani Fashion Group (che ha rilevato Arcte e Crisfer).
Sempre nel nostro Paese, si sono messe in luce anche BasicHet (che si è aggiudicato Superga) e il gruppo Verzoletto (che ha comprato Gienfield). I ricercatori di Pambianco sottolineano, inoltre, che nel quarter si è visto il ritorno di “grandi operazioni”, al contrario di quanto è accaduto negli ultimi anni, in cui il fenomeno M&A ha interessato soprattutto le aziende di medie dimensioni. Si tratta, in particolare, dell'acquisto di Puma da parte di Ppr, di Oakley da parte di L.uxottica e del Valentino Fashion Group da parte del fondo di private equity Permira. Salgono così a 85 le operazioni realizzate nei primi sei mesi dell'anno, un numero sostanzialmente in linea con l'analogo periodo del 2006 (86).
Un'analisi Pambianco su base decennale mostra inoltre che il peso del private equity nelle operazioni di M&A della moda e del lusso è passato dal 12°/a dei 1998 al 30% del 2007 (nell'ipotesi di un secondo semestre dell'anno in linea con il primo), registrando una crescita costante e particolarmente accelerata nel 2005. Questo perché, come spiegano gli analisti, i fondi dispongono di un'elevata liquidità e la moda presenta prospettive favorevoli, legate in particolare alla crescita di mercati emergenti come Cina, India e Russia.
Allo stesso tempo, gli imprenditori della fashion industry necessitano di capitali per crescere e competere nell'era della globalizzazione. Secondo gli esperti della società di consulenza milanese, è ancora troppo presto per valutare il successo o meno delle operazioni finora effettuate. Indipendentemente dai risultati, ritengono tuttavia che l'intervento di questi nuovi soggetti presenti risvolti positivi: di fatto, le aziende dei settore sono spinte a pensare al proprio futuro sia in termini di obiettivi strategici, sia a livello di piani di sviluppo.
Estratto da Fashion del 27/07/07 a cura di Pambianconews