Una storia unica quella di Pasquale Natuzzi, l'uomo che ha creato il «distretto del salotto» e lo ha esportato in tutto il mondo (oggi le sue fabbriche non sono solo qui tra Santeramo e Matera, ma anche in Romania, a Shangai, in Brasile); l'imprenditore che ha venduto il suo primo salotto ai magazzini Macy's di New York nel 1981 e che dieci anni dopo ha portato la sua Natuzzi al listino di Wal1 Street; l'industriale che ha capito prima degli altri il valore della marca e dell'home philosophy e ci ha investito (negli ultimi cinque anni) 285 milioni di euro (e ben 150 in comunicazione).
Questa straordinaria storia di genialità imprenditoriale e di intuito commerciale ricomincia alla Fiera del Levante di Bari dove Pasquale Natuzzi ha convocato tutti i suoi dipendenti (e sono arrivati in 2 mila) per dire loro che la Natuzzi cambierà pelle, sarà un'altra Natuzzi (magari con qualche fabbrica in meno), ma che in ogni caso l'azienda vivrà oltre il suo fondatore, come insegna la storia delle grandi marche che hanno innovato i modelli di business e gli stili di vita.
È la sua ultima battaglia, signor Natuzzi, la battaglia finale per la continuità di un'azienda che ha visto diminuire del 18% le vendite e del 30% il suo margine industriale nei primi tre mesi di quest'anno dopo la crescita di fatturato registrata nel 2006?
“Ho costruito la Natuzzi con le mie mani partendo da un piccolo laboratorio artigiano e l'ho guidata nel grande mondo del business facendole cambiare pelle. Siamo passati in pochi anni dalla produzione di medio livello (che è rimasta all'estero con la controllata Italsofa) alla produzione (tutta italiana) di mobili, salotti e complementi d'arredo per il segmento up market, la vera nicchia ricca del made in Italy”.
“Siamo alla vigilia del turnaround. Abbiamo lanciato il progetto della marca e ci prepariamo a investire almeno 100 milioni di euro nei prossimi tre anni. Vogliamo aprire un negozio Natuzzi alla settimana, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi”.
Con quali risorse la Natuzzi cambierà pelle?
“Abbiamo un free capital di 100 milioni di curo. E strategie commerciali molto chiare. Insomma, conosciamo la strada, sappiamo dove andare. Se il mercato Usa e il dollaro si riprendono – quest'anno i supermercati Wal Mart hanno segnato i risultati peggiori della sua storia recente – il turnaround della Natuzzi è fatto”.
Estratto da Economy del 13/07/07 a cura di Pambianconews