La costruzione del puzzle è durata alcuni anni. Ma solo con l'ultima tessera, una fabbrica di ante e componenti in legno inaugurata in questi giorni in Croazia, si completerà il nuovo quadro disegnato dall'imprenditore friulano Edi Snaidero per l'industria di famiglia, il primo gruppo italiano in Europa nel settore delle cucine, che ora intende scalare la classifica europea (oggi è tra i primi cinque gruppi) e allargare la presenza nel mondo grazie a una strategia articolata: produttiva, con impianti specializzati diffusi nei principali Paesi, e commerciale multimarchio e con una presenza sempre più diffusa attraverso catene in franchising a partire da Belgio e Francia.
II cuore e il cervello della Snaidero rimangono a Majano, in provincia di Udine, dove è stata fondata da Rino, padre di Edi, nel 1946. La politica di concentrarsi nelle cucine per coprire i segmenti medio-alti e alti del mercato ha portato l'azienda a investire nel design con progetti firmati da importati architetti, e nel made in Italy di qualità sull'onda della moda e del lusso: oggi è il primo esportatore di cucine.
Un'importante strategia di acquisizioni all'estero in particolare in Germania con la Rational (esporta a sua volta il 40% della produzione), in Francia con Arthur Bonnet e Comera e in Austria con il marchio Regina (il primo per notorietà nel Paese, prodotto dalla Rational) ha permesso al gruppo di diventare una federazione internazionale di aziende specializzate nella produzione e distribuzione di cucine.
La creazione della Slavonska Drvna industrija ha l'obiettivo di integrare la produzione di porte e componenti in legno delle cucine. L'operazione consentirà al gruppo di insediarsi in un importante bacino di approvvigionamento di legno, in termini sia di qualità che di disponibilità della materia prima.
La distribuzione indiretta copre ormai 2 mila punti vendita in 80 Paesi. Ma, parallelamente, l'industriale friulano sta scommettendo sul franchising con il brand Ixina in Belgio e in Francia (e presto anche in Cina) e l'insegna Cuisines plus in Francia, Spagna e Marocco e nell'Africa francofona. In tutto, 150 punti vendita in forte crescita.
Insomma, un modello federale di aziende produttrici e distributive impegnate con sette marchi, sei stabilimenti, 1.700 collaboratori e un fatturato consolidato di circa 250 milioni.
Estratto da Il Mondo del 6/07/07 a cura di Pambianconews