Nei prossimi mesi la storia di Guru, il marchio della margherita creato da Matteo Cambi (nella foto), sarà raccontata in buona parte nelle aule dei Tribunali. È questa, infatti, la strada decisa dalla famiglia che possiede il marchio: azioni legali a raffica. Guru contro tutti: ex manager, sindaci, revisori, controparti d'affari, consulenti.
Il teorema della famiglia è che tra il 2005 e il 2006, il momento di massima espansione in cui venne avviata la managerializzazione della società, sia stato costruito all'insaputa della proprietà un sistema che ha danneggiato l'azienda, con l'obiettivo di sfilarla al suo fondatore a poco prezzo. Il centro di tutto questo è Blue Blood, il marchio di jeans di alta gamma di cui Jam Session ha rilevato il 52% nel novembre del 2005 (e che ha rivenduto ai vecchi proprietari nei giorni scorsi). Secondo la proprietà, Blue Blood sarebbe stata sopravvalutata, con gravi danni.
La «mente» di questa strategia di attacco è Paolo Franchini, il consulente, amico di famiglia di vecchia data, voluto da Cambi all'inizio dell'anno. L'assemblea gli ha affidato il mandato «di procedere alla revisione dei rapporti contrattuali pregressi, valutandone il contenuto economico e il contenuto delle prestazioni»: la base per le azioni legali. Al fianco di Franchini continua a esser presente Marco Salomoni, chiamato per ridare efficienza alla macchina organizzativa. In panchina, invece, Michele Colombo, la cui nomina ad amministratore delegato per la finanza, già annunciata, è stata congelata.
La situazione è molto complessa e, mancando le spiegazioni delle altre parti, è difficile offrire un quadro completo. Va detto, però, che altre fonti vicine all'azienda disegnano una situazione opposta, attribuendo le colpe dell'impasse (il marchio continua a essere forte) a incapacità della proprietà di gestire il successo.
Il marchio Guru è arrivato al successo in pochi anni, partendo da zero nel 1999. Nel 2005 ha realizzato 86,4 milioni di euro di ricavi consolidati. Per il 2006 l'azienda ha dichiarato un fatturato di 84 milioni di euro con 4 milioni di utile netto per un esercizio di soli 10 mesi, essendo stata spostata al 31 ottobre la data di chiusura. Nel primo semestre 2007 le vendite nette sono state pari a 45 milioni di euro (con una ipotesi sull'anno che oscilla tra i 92 e i 100 milioni) e un risultato operativo netto di 3,8 milioni (10,2-14,4 nell'anno).
Estratto da CorrierEconomia del 18/06/07 a cura di Pambianconews