«Il rapporto Filtea-Cgil conferma le analisi di Industria 2015, il disegno di legge sulla nuova politica industriale varato dal Governo il 22 settembre 2006. Insieme cercheremo di far seguire alle analisi le azioni concrete migliori per ridare competitività al tessile-abbigliamento nel medio lungo periodo».
Andrea Bianchi è direttore generale per lo sviluppo produttivo e la competitività del ministero per lo Sviluppo economico. «Sono sempre stato convinto, insieme a una grandissima parte delle imprese e del sindacato, commenta, che il tessile non sia un settore maturo, ma un comparto che aveva bisogno di cambiamenti. L'auspicio è che possa diventare uno dei segmenti industriali italiani a maggior valore aggiunto dell'economia».
Secondo Bianchi i punti salienti del rapporto Filtea-Cgil sono tre. «In primo luogo i dati confermano la capacità di reagire alla crisi che ha caratterizzato il tessile-abbigliamento. Il secondo luogo, la reazione ha portato a modificare il modello produttivo, purtroppo anche a costo di tagli occupazionali. La capacità è stata ridotta, negli ultimi anni, del 30% ma i valori medi unitari dei prodotti sono cresciuti al punto che il valore complessivo è rimasto intatto, anzi ha ripreso a crescere».
Il terzo punto «è che la ripresa si manifesta dove ci sono aziende leader che operano all'interno di distretti organizzati e sono in grado di trasferire parte della loro eccellenza di prodotto e processo alle medie e piccole imprese».
Tutto roseo, quindi? «Il problema ancora irrisolto è la sub-fornitura: nessuna azienda, nell'attuale scenario competitivo, può più essere solo un fornitore di un'azienda più grande Deve esserci valore aggiunto in ogni anello della filiera. Per questo è importante investire sull'innovazione, anche con l'aiuto del Governo».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/06/07 a cura di Pambianconews