Il Centro Studi SMI-ATI, che fra qualche settimana diffonderà il quadro settoriale definitivo per il 2006, stima un recupero per l'attività del comparto tessile-moda (TM). Attualmente la crescita del fatturato complessivo è leggermente sotto la soglia del 2% (rispetto al +5% circa dell'ISTAT).
Il bilancio preliminare del 2006 registra una sensibile crescita dell'export (+3,7%), grazie ad un incremento dei flussi verso i mercati extra-UE (+5% circa) significativamente superiore rispetto a quello che ha caratterizzato le piazze comunitarie (+3%). La crescita complessiva dell'export TM risulta la più intensa dell'ultimo quinquennio con un aumento al 52% circa del contributo delle vendite estere rispetto al fatturato complessivo realizzato dalla filiera.
Anche i flussi di importazione hanno tuttavia sperimentato una vistosa accelerazione (dal +4,4% del 2005 si è infatti passati, lo scorso anno, ad incrementi a due cifre) con la Cina (+22%) che ha soddisfatto, da sola, oltre 1/5 della capacità di assorbimento misurata in valore del mercato italiano.
Con importazioni in crescita a ritmi quasi tripli rispetto all'export, il saldo commerciale settoriale subisce ulteriore ridimensionamento (di 760 milioni circa) ed anche il contributo complessivo del TM all'attivo commerciale manifatturiero è in calo (dal 26,5% del 2005 al 25% circa atteso per il 2006).
Oltre all'accelerazione delle esportazioni, la notizia più positiva dello scorso anno fa riferimento ai primi timidi segnali di risveglio nella domanda interna (+4,5%) dove, soprattutto in ambito tessile, si è assistito ad aumenti significativi degli ordinativi, con un ruolo positivo del ciclo scorte.
Ancora poco soddisfacente invece l'andamento dei consumi finali di tessile-moda dove, al netto del ciclo scorte, la crescita del sell-out non ha superato nemmeno lo scorso anno la soglia dell'1% nominale (mentre al netto dell'andamento dei prezzi si è assistito a una dimensione della stessa entità).
Il timido risveglio della domanda che sta interessando la filiera tessile-moda non ha certo arrestato il processo di ristrutturazione iniziato nel 2002. Anche nel 2006, si stimano circa 1000 chiusure aziendali (-1,6%) mentre sul fronte occupazionale il calo presunto è dell'ordine delle 4 mila unità (-0,8%).
A cura di Pambianconews