La Triennale di Milano presenta “Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili” una grande mostra monografica sull'opera di Renzo Piano (nella foto) che aprirà la Festa per l'Architettura – IV edizione. Il sottotitolo della mostra è ispirato dall'opera di Italo Calvino, uno degli autori che più hanno influenzato la sensibilità dell'architetto.
La straordinaria valenza urbana della sua architettura è proposta attraverso disegni
originali, progetti e modelli che documentano la produzione di più di quarant'anni di attività, sullo sfondo delle trasformazioni che hanno segnato il passaggio dalla città industriale del XX a quella post-industriale del XXI secolo.
I progetti di Renzo Piano possono essere letti come un tentativo di riprendere e rilanciare la tradizione umanistica della città europea, ridiscutendone i principi insediativi nell'ambito della cultura contemporanea.
Dal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversione torinese del Lingotto, dalla Cité Internationale di Lione al porto di Genova, alla berlinese Potsdamerplatz, Renzo Piano ha lavorato alla trasformazione del vecchio modello di città industriale in quello di città dell'informazione e della cultura. Gli esperimenti sulle brown areas di Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di Parigi, di Harlem a New York, mostrano invece il passaggio dalla città della produzione a quella degli scambi.
La città di Piano propone un'idea di spazi multifunzionali che traducono l'irrequietezza della contemporaneità attraverso l'esaltazione della complessità, della trasparenza e della permeabilità.
Il lavoro su una tipologia architettonica consolidata, come il grattacielo, ridefinisce i rapporti tra pubblico e privato, come dimostrano i casi del New York Times e della London Bridge Tower.
A cura di Pambianconews