I capi di due dei più grandi e aggressivi colossi del private equità, The Carlyle Group e Ripplewood Holdings, affermano di essere interessati a sviluppare il loro business in Italia, ma hanno idee differenti sul settore della moda. David Rubenstein, co-fondatore e direttore di Carlyle, appare irritato per il blitz del fondo concorrente Permira sul gruppo Valentino, che appariva a un passo da essere conquistato da lui, e finisce per far intendere che la partita non è finita perché alla moda italiana lui ci tiene.
Rubenstein ha aggiunto che «certamente siamo interessati a occasioni di business in Italia, altrimenti non saremmo uno dei pochi gruppi di privaty equity ad avere una struttura a Milano e un riferimento come Marco De Benedetti».
"E' un peccato non aver mantenuto Valentino in mani italiane", ha commentato Michele Norsa, ex AD di Valentino, a Tokyo in occasione della sfilata di Ferragamo. D'altra parte, il manager ammette che la sua uscita da Valentino l'anno scorso fu legata "alla prospettiva che ora si materializza", ossia la cessione della società a fronte di una base azionaria divisa e diventata instabile, in presenza di una forte crescita del titolo in Borsa:
"Le aziende si vendono quando vano male o quando vanno troppo bene", ha concluso Norsa. Ora c'è il rischio, ipotizza Norsa, di un futuro “spezzatino”, con una vendita separata di Hugo Boss da una parte, e di Valentino dall'altra.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 18/05/07 a cura di Pambianconews