La favola di Gucci ebbe inizio quando il fondatore della maison, Guccio Gucci, nel 1897 si innamorò del lusso e delle valige con gli stemmi nobiliari facendo il liftboy all'Hotel Savoy di Londra.Tornato in Italia si inventò una tradizione di famiglia legata alle saghe dei cavalieri e si trasformò in artigiano.
L'alta borghesia e la nobiltà fiorentina riconobbero subito l'eccellenza e l'originalità del prodotto e ben presto il marchio varcò i confini della città, affermandosi come una dei più conosciuti tra l'elite del paese.
L'eredità di Guccio Gucci passò da Firenze a Roma e, negli anni '50, a New York dove le star di Hollywood fecero brillare il marchio fiorentino nelle capitali del lusso di tutto il mondo.
Nell'82 Gucci si trasforma in società per azioni ma l'azienda ha ancora potenzialità inespresse; lo capisce la finanziaria anglo-araba Investcorp che nell'89 acquista il 50% del pacchetto azionario, acquisito totalmente nel '93.La maison viene riorganizzata e a occuparsi del rilancio della griffe sono Tom Ford e Domenico Del Sole.
Il 1999 segna l'alleanza strategica con il gruppo Ppr: in cambio di una quota del 40%, il polo del lusso francese investe in Gucci 2,9 miliardi di dollari per finanziare la crescita attraverso acquisizioni.
Nel 2005 ancora aria di cambiamenti, al posto di comando arriva l'americano Mark Lee e alla direzione creativa, nel 2006, arriva Frida Giannini che ha reinterpretato in chiave moderna le origini della griffe.
Oggi Gucci, che fa parte del polo del lusso Ppr, ha chiuso il 2006 con vendite pari a 2,1 miliardi di euro, in crescita del 16,8% rispetto al 2005 e 219 boutique a gestione diretta in tutto il mondo.
Insomma, dopo 86 anni la maison ha ancora dato prova di resistere nel tempo, adeguando i suoi elementi stilistici al mutare delle mode e del gusto.
Estratto da Capital del 10/05/07 a cura di Pambianconews