L'obiettivo di Artemide è raddoppiare il fatturato nel giro di cinque anni. Sia per linee interne («Apriremo 6-7 show room all'anno», spiega il nuovo amministratore delegato Luciano Iannuzzi) sia attraverso acquisizioni. «Razionalizzati i processi produttivi ora puntiamo a crescere», dice Iannuzzi, che in Artemide è arrivato all'inizio di quest'anno. Già il bilancio 2006 ha dato segni di ripresa: il fatturato è arrivato a 107,5 milioni (+io,4%) ma soprattutto è aumentata la redditività, cioè l'ebitda (salito del 32,3% a 17,5 milioni) e l'utile netto, che è passato dai 3 milioni del 2005 a 5,3 milioni. Anche l'indebitamento finanziario è sceso a 16,2 milioni (erano 27,8 nel 2004). Le basi ci sono, dunque, per un rapido sviluppo e lo sbarco in Piazza Affari a tempi stretti. Tanto più che anche il primo trimestre ha già registrato una crescita superiore al 15%.
La strategia di Artemide, azienda milanese leader nella produzione di lampade, con zoo dipendenti, fondata e presieduta da Ernesto Gismondi (nella foto), punta a consolidare il settore residenziale, cioè il design storico, che oggi rappresenta il 70% dei ricavi e una quota di mercato in Europa pari all'11%, ma soprattutto a rilanciare il fronte professionale, delle grandi forniture, soprattutto in tre settori: alberghi, corporate office e negozi. Questi ultimi «in particolare nell'area dell'auto, spiega Iannuzzi, perché i colori delle macchine cambiano molto a seconda della luce».
Anche per crescere nel contract, che oggi rappresenta il 25% circa del fatturato, Artemide studia la possibilità di fare acquisizioni. Con quali obiettivi? « Il nostro potenziale target, risponde Iannuzzi, è rappresentato da aziende con un fatturato di 20 milioni circa e una quota di mercato importante nel loro Paese, in modo da raggiungere una massa critica nell'illuminazione, cioè una quota del io% circa dei diversi mercati. In alternativa ci interessa anche acquisire aziende complementari, sempre nel business dei sistemi di luce». In questo settore la ricerca resta in primo piano (Artemide investe in R&S il 5% circa del fatturato).
E proprio in occasione di Euroluce, la fiera dell'illuminazione del Salone del mobile, l'azienda presenta una novità importante: nessun movimento della mano, nessun interruttore. Solo il suono della voce, che basta per accendere la luce. È la nuova frontiera della domotica: sepolto l'interruttore, messo nel cassetto il telecomando, la luce si accende con un semplice comando vocale.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/04/07 a cura di Pambianconews