Lo spirito di Savile row ha traslocato in Italia. La strada londinese dell'eleganza maschile su misura non è più quella di una volta e chi sa apprezzare i valori della sartoria del Novecento è meglio che li cerchi a Torino o a Firenze o a Napoli. Le più celebrate sartorie inglesi sono sempre domiciliate nel quartiere di Mayfair, eppure gli ingredienti della leggenda si sono trasferiti alcune migliaia di chilometri più a sud. Eccoli: artigianalità assoluta, riservatezza, understatement, un pizzico di snobismo e totale assenza di marketing.
Gennaro Solito, è uno dei grandi maestri della scuola napoletana. Chi veste griffato ci tiene a esibire la firma, mentre chi veste su misura è geloso dei suoi fornitori. Il sarto deve garantire l'anonimato soprattutto ai politici che in Italia, in nome del pauperismo, non amano far sapere che i loro abiti costano 2-3 mila euro.
Nella bottega di Castagneto Carducci che fu del numero uno dei sarti di campagna, Walter Morganti, il romeno Florin Cristea porta avanti la tradizione. I conti Della Gherardesca gli hanno portato clienti internazionali, ma lui non si è montato la testa e continua a cucire giacche da cacciatore a 700 euro. Il cappotto di casentino, becco d'oca o verde bottiglia oppure nero come l'ha voluto la duchessa di York, viaggia sui 1.000. E siamo ai vertici dell'eleganza italiana.
Anziché concentrarsi come a Londra in un'unica strada, i tesori della nostra sartoria si disperdono in provincia. Attilio Roncaccia, che soddisfa i capricci vestimentari dell'esigente scrittore Aurelio Picca, tiene bottega a Grottaferrata sui Castelli Romani. Corrado Pricone, sarto della vecchia scuola umanistica che assieme al taglio privilegia la conversazione, confeziona a Noto gli abiti per Felice Modica barone di San Giovanni, aristocratico produttore di Nero d'Avola. Paolo Modolo taglia velluti per Vittorio Sgarbi e Francesco Cossiga in località oltremodo defilata: Orani provincia di Nuoro.
I sarti di Savile row si sono consorziati, hanno creato un marchio e hanno iniziative promozionali comuni, mentre gli italiani sono rimasti individualisti fino al masochismo. Il loro atteggiamento è coerente: l'abito su misura, cucito sul corpo ma forse anche sull'anima del cliente, veste l'indipendenza di carattere.
Estratto da Panorama del 16/03/07 a cura di Pambianconews