Nonostante tutto, la filiera tessile-moda italiana conta circa 65mila imprese, dà lavoro a 600mila persone e nel 2006 ha generato un fatturato di 67,58 miliardi di curo (+6% sul 2005). Il futuro, però, sarà garantito solo a chi saprà introdurre alcuni cambiamenti nel proprio modo di operare sul mercato. È questo il senso della ricerca “Il futuro della moda“, commissionata dalla Camera della moda a Booz Allen Hamilton, con il contributo di Centrobanca e di quattro grandi gruppi del settore: Mariella Burani, Gianfranco Ferré (It Holding), Roberto Cavalli e John Richmond-Saverio Moschillo. «L'obiettivo della ricerca è duplice, ha spiegato Mario Boselli, presidente della Camera della moda. Da un lato dare agli stilisti italiani nuovi strumenti per rafforzare la loro leadership mondiale nel prét-à-porter di alta gamma; dall'altro identificare un modello italiano per la fascia media».
Quello che Zara e H&M hanno fatto è ridurre il time-to-market, il tempo che passa dall'ideazione di un capo alla sua immissione sul mercato. In un modello operativo push il time-to-market varia tra i 9 e i 13 mesi, in un modello pull, è il mercato a guidare l'innovazione e il numero di collezioni da presentare: il time-to-market è mediamente di 4-6 settimane.
Nessuna azienda abbraccerà uno dei due modelli in modo assoluto: la sfida sta nel trovare il giusto mix. Anche le imprese italiane che hanno scelto la logica pull, come Patrizia Pepe, Pinko, L'altramoda, Guru e Motivi, solo per fare alcuni nomi, mantengono le logiche tradizionali per la parte più “classica” di ogni collezione.
Ma qual è il mix di Zara? «II 60% dei nostri capi ha un time-to-market di due settimane, il restante 40% di 6-7 mesi, spiega Marco Agnolin, amministratore delegato di Inditex Italia. Ma non credo che la velocità sia l'unica spiegazione del successo del nostro gruppo. C'è anche, ad esempio, la capacità di analizzare le scelte dei clienti con un controllo quotidiano: ogni negozio alla fine della giornata calcola cosa si è venduto di più e di meno, e le spedizioni bisettimanali ai punti vendita vengono calibrate di conseguenza».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/03/07 a cura di Pambianconews