Ormai si parlano per avvocati. In casa Brioni la frattura che si era aperta tra le famiglie azioniste della società nel momento dell'uscita dell'amministratore delegato Umberto Angeloni, sette mesi fa, non si è ricomposta. E tutto lascia prevedere che, in assenza di fatti nuovi, la compagine azionaria del gruppo, che possiede uno dei più bei marchi dell'abbigliamento maschile di alta gamma, possa presto mutare. Trattative in questa direzione sono in corso con Angeloni e la moglie Gabriella, titolari di una quota diretta dell'11% e di una in nuda proprietà di quasi il 9%. Ma potrebbero non essere le uniche novità del prossimo futuro.
Il fatto nuovo del conflitto, che coglie la società nel suo momento di massima crescita, è un'assemblea che è si svolta il 30 gennaio scorso e che ha portato alcune modifiche sostanziali allo statuto, ribaltando l'architettura che era stata costruita nei tre anni precedenti. In particolare, secondo i documenti depositati in Camera di commercio, sono state rese trasferibili le azioni che prima erano vincolate fino al 2009; è stato limitato il diritto di prelazione; è stato abbassato (dal 76 al 61%) il quorum assembleare necessario per la cessione dei marchi a terzi; è stata esclusa la necessità dell'autorizzazione dell'assemblea nel caso in cui la cessione dei marchi avvenga nell'ambito di un trasferimento di azienda o di un ramo di azienda; è stato abbassato (sempre dal 76 al 61%) il quorum necessario per modificare lo statuto.
In sostanza, si è reso più difficile l'intervento delle minoranze, dando mano più libera all'attuale gruppo di comando. Diverse fonti dicono che le trattative per l'uscita dell'ex amministratore delegato e della moglie sono piuttosto avanzate, anche se le vicende delle imprese familiari insegnano che non bisogna mai dare niente per scontato fino alla firma definitiva. Se questo snodo sarà superato, e se davvero Angeloni e Gabriella De Simone usciranno dall'azionariato, bisognerà vedere la destinazione del loro pacchetto azionario. E che cosa succederà alla quota che era stata di Marcotullio, finora rimasta in capo alla stessa Brioni.
Resterà poi anche da vedere la tenuta degli azionisti che rimarranno. In occasione dell'assemblea del 30 gennaio hanno votato all'unanimità sulle modifiche statutarie. Non sono invece riusciti a trovare un «pieno accordo» sui nomi che dovranno comporre il prossimo consiglio di amministrazione, rinviando ogni decisione in proposito.
Estratto da CorrierEconomia del 12/03/07 a cura di Pambianconews