Il successo, che vale un fatturato di oltre 117 milioni di euro, lo hanno costruito con infinita pazienza. La stessa che ci vuole per accostare migliaia di tessere 2 centimetri per 2 in pasta di vetro e ricavarne un mosaico. I Bisazza partirono da Alte, provincia di Vicenza, nel 1956. Da allora sono diventati i leader mondiali del mosaico per decorazioni interne ed esterne, un classico caso di made in Italy di alta gamma. Quattro siti produttivi in Italia, niente outsourcing e una concentrazione sui mercati esteri. “Una buona parte dei nostri addetti è cresciuta nelle filiali all'estero, ora 11 in totale, racconta Piero Bisazza, amministratore delegato della società dal 2000. I nostri prossimi negozi monomarca saranno aperti a Los Angeles e a Mosca, mentre l'ultima filiale inaugurata, a Dubai, indica che la nostra politica di espansione è ancora piuttosto aggressiva”.
L'Italia “vale” 40 milioni , più 14% rispetto al 2005, niente male per un mercato che si potrebbe credere ormai maturo. Gli Stati Uniti sono al centro del mirino, visto che 90 dipendenti sono concentrati in quell'area: i risultati arrivano, 16 milioni (+ 18%). Bene anche in Germania (+ 19%), Russia (+ 22%) e in Cina, dove il +122% fa ben sperare, soprattutto per la fascia più alta del prodotto.
“E' ovvio che l'obiettivo delle nostre operazioni, sia quello di fare in modo che il mosaico diventi una scelta permanente del consumatore. Fino a qualche anno fa, per un bagno, si pensava alle piastrelle o al marmo. Noi lavoriamo invece perché il possibile cliente pensi automaticamente al mosaico”.
Estratto da Affari & Finanza del 12/03/07 a cura di Pambianconews