«La quotazione in Borsa? Lo rifarei, nonostante Giribaldi». Tonino Perna (nella foto), presidente e amministratore delegato di It Holding non si è lasciato scoraggiare da un'esperienza non felice. Sbarco a Piazza nel '97 e pochi anni dopo arriva lo spauracchio di tutti gli imprenditori che affrontano il mercato: il raider. Luigi Giribaldi, noto nel mondo della finanza per i suoi blitz, entra nel capitale di It Holding (allora Ittierre) nel 1999 con una quota che a fine anno arriva al 5%. Poi sale progressivamente fino ad arrivare al 20,6% attuale, un pacchetto ormai congelato da anni. All'inizio sembra una vera e propria scalata ma poi tutto si stempera.
Perna, per lei la Borsa è stata un'esperienza positiva?
È stata l'esperienza più importante per la vita dell'azienda e per me come imprenditore. È stato un salto culturale molto importante e ci ha consentito di fare grandi acquisizioni. Certo, poi c'è stato fu settembre che ci ha penalizzato ma tutta la ristrutturazione che abbiamo dovuto affrontare negli anni scorsi è stata possibile perchè eravamo quotati.
Adesso a che punto siete dopo la perdita della licenza di Dolce & Gabbana e l'arrivo di nuove licenze come John Galliano?
Adesso abbiamo i conti in ordine e siamo pronti per un vero salto dimensionale: nell'arco di tre anni contiamo di raddoppiare la nostra dimensione, senza acquisizioni, solo grazie alla crescita interna. Nel 2007 recupereremo buona parte dei ricavi che derivavano da D&G e che solo due anni fa rappresentavo la metà del fatturato totale del gruppo.
Come mai, secondo lei, nel settore della moda e del lusso ci sono tante aziende potenzialmente quotabili e poche che poi decidono per l'Ipo?
Ancora prima dei conti vanno valutate le attitudini personali. Bisogna essere predisposti, l'imprenditore deve essere umile: si finisce per comandare un po' meno, per essere “collega” dei propri collaboratori e bisogna condividere programmi e numeri con trasparenza. Occorre saper distinguere tra proprietà e gestione: da una parte sei socio e dall'altra sei manager e se gli altri soci pensano che sei un danno perla società devi essere pronto a uscire. All'inizio è faticoso perchè la quotazione impone molti adempimenti che possono sembrare un sovraccarico però dà un valore aggiunto di visibilità e credibilità.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/03/07 a cura di Pambianconews