Il Sir J.J. College di Mumbai è la più antica e famosa università di architettura e design indiana. Qui, nelle scorse settimane, è partita l'iniziativa di "I.DoT.- Italian design on tour", un progetto culturale che dal 2001 porta in giro per il mondo il design made in Italy: una mostra di oggetti di arredamento e design italiani. A organizzare l'evento è stata Ida (Italian design agency), agenzia privata milanese, nata nel 2003, che da maggio aprirà anche a Mumbai e che offre servizi per le aziende di design che cercano sbocchi all'estero. Come I.DoT fa capo ad Andrea Oliva.
«Le possibilità di lavorare sono molte, spiega Oliva, ma bisogna far conoscere il prodotto italiano, e le aziende devono capire quali sono le esigenze di questo mercato, sia estetiche sia funzionali». Anche perché, spesso, quello che arriva in India del design italiano sono le copie fatte in Turchia.
I numeri, comunque, sono confortanti: l'industria indiana dell'arredamento (1,7 miliardi di dollari il valore della produzione) è ancora artigianale, l'85% dei prodotti sono realizzati con processi non industriali. Non solo. L'India è il primo importatore mondiale di mobili, con il 17% delle importazioni di tutto il mondo.
Gli indiani stessi sono consci di questa evoluzione: a breve aprirà il primo e più importante “design centre” dell'India e forse di tutta l'Asia, progettato dall'architetto Kamal S. Malik. Ishanya, questo il nome del centro, entrerà in funzione a Pune e sarà un punto di incontro per compratori, architetti e interior designer, aziende, rivenditori e gruppi immobiliari. Oltre 50mila metri quadri di cui più del 25% è già stato prenotato da brand internazionali.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/03/07 a cura di Pambianconews