Il primo marchio di abbigliamento che ha portato la comunicazione multimediale nella moda diventa strumento per giocare alla "preda" e al "cacciatore" nell'eterno rimpiattino della seduzione. Il bello è che i ruoli si scambiano di continuo: chiunque indossi un capo Shyno con il codice visibile può entrare nel mirino di altri e può, a sua volta, mandare sms galeotti a chiunque faccia parte della Shyno community.
Lo dimostra Elena Santarelli nel primo spot televisivo del brand, creato da Simone Giancola e di recente passato sotto l'egida del gruppo Burani. Una villa cubana decadente, un'atmosfera gotica alla "Sin City" o "Angel Heart", ceri accesi ovunque. Una splendida ragazza entra e percorre il corridoio alle cui pareti sono appesi i suoi trofei di caccia. Ovvero, le teste di ragazzi sorridenti. E lei, che spiega come li ha "abbattuti": uno "catturato" in una discoteca di Los Angeles, l'altro colpito da tre sms dritti al cuore, l'ultima irretita dopo aver incautamente mandato un messaggio alla seducente e spietata cacciatrice.
Sotto i trofei niente nomi, solo codici: Cayman 232, Blanco 375, Jena 23. Già, perché ogni capo Shyno reca impresso un codice unico, composta da un un nome di fantasia e un numero. Una sigla apparentemente innocua, che in realtà rappresenta una password il viatico per comunicare con chi indossa il capo. Aprire la caccia è semplice: bisogna acquistare un capo Shyno e registrarsi tramite un semplice sms utilizzando lo username riportato sul capo stesso. Da quel momento, il gioco parte.
A cura di Pambianconews