Per il made in ltaly il 2006 sembra segnare la fine del tunnel e l'inizio di una stabilizzazione. Il segnale positivo arriva dai dati sulla bilancia commerciale e a darne questa lettura sono gli analisti del Ref (Ricerche per l'economia e la finanza) che osservano «interessanti inversioni di tendenze finora poco favorevoli».
«I casi esemplari, spiega infatti Fedele De Novellis, riguardano i settori tradizionali del made in Italy, come il tessile-abbigliamento, il calzaturiero e i mobili. Per questi settori si era osservata finora una forte caduta dei volumi esportati, a causa delle difficoltà competitive a cui sono stati in maniera crescente esposti e delle decisioni di delocalizzazione di molte imprese, che ha ridotto i volumi prodotti in Italia ed esportati. Da qualche mese sembra però, che il minimo sia stato toccato. I volumi esportati hanno ripreso a crescere, segno che la ristrutturazione dei settori è terminata».
Quanto ai mercati di sbocco l'Italia comincia a recuperare il terreno perso in Europa, si allontana però dagli Stati Uniti. Migliora infatti la copertura reale, ovvero il rapporto tra volumi esportati e volumi importati, con i paesi dell'Unione.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/02/07 a cura di Pambianconews