La società di private equity inglese 3i avrebbe ceduto la propria quota di Costume National ai fondatori della griffe italiana, i fratelli Capasa, attraverso una primaria banca d'affari. Il fondo, guidato in Italia da Marco Fumagalli, era stato un apripista degli investimenti nel mondo della moda, con l'acquisto, nella prima metà degli anni Novanta, del 15% di Costume National, all'epoca un'azienda poco più che familiare in fase di espansione. A convincere l'allora numero uno di 3i in Italia, Sergio Sambonet, era da un lato l'affidabilità di Ennio e Carlo Capasa, dall'altro la scelta del nome dell'azienda, per una volta diverso da quello dei suoi fondatori.
E l'ingresso nel capitale della griffe si è rivelata positiva. Oggi Costume National, appena entrata nel ventunesimo anno di vita, è ancora in mano ai due fratelli (Carlo è l'amministratore delegato ed Ennio lo stilista), le richieste di co-branding continuano a fioccare, l'espansione internazionale è all'ordine del giorno (prossimo lo sbarco in Giappone) e il secondo marchio C'n'C, affidato in licenza a It Holding, ha fatto registrare nel 2006 un incremento del 67% nelle vendite.
Soddisfatto dei guadagni messi a segno con l'operazione Costume National, che nel 2003 fatturava 50 milioni di euro, 3i si concentra sul mondo della cosmetica. Lo scorso settembre il fondo ha rilevato il 45% di Selective Beauty, che produce profumi e maquillage per molti brand del fashion come Burberry, Bulbari, Benetton, Max Mara e Trussardi. Ora resta da capire come verranno reinvestiti i proventi dell'operazione Costume National. E c'è già chi scommette su nuove griffe della moda emergente.
Estratto da Finanza & Mercati del 17/02/07 a cura di Pambianconews