È la rivincita definitiva del made in Italy sull'eterno concorrente francese. Dopo il sorpasso in Usa dei nostri vini sui francesi, avvenuto nel '75, ieri da New York la notizia di un altro record storico. Nel 2006, per la prima volta, l'Italia ha superato il miliardo di dollari con ben due milioni d'ettolitri nelle esportazioni vinicole verso gli States. «È un trionfo, impensabile fino a pochi anni fa», esulta Lucio Caputo, presidente dell'Italian Wine & Food Institute (Iwfi), l'ente da anni impegnato a curare la promozione dei migliori prodotti eno-gastronomici italiani. «Il vino italiano non è un valore aggiunto, puntualizza polemico, ma è uno dei simboli portanti del miglior made in Italy. A dispetto di quei settori che spesso avevano atteggiamenti snobistici nei suoi riguardi».
«L'Italia può meritatamente godersi questo momento di grande successo, spiega, visto che è il primo Paese fornitore degli Stati Uniti, in valore e in quantità. Ed esporta il doppio dei vini francesi, il quadruplo dei vini cileni e sette volte più degli spagnoli, anche se continua ad essere tallonata dagli australiani, oggi pericolosamente secondi». Questo successo non è però casuale. E anzi la strada è stata tutta in salita. Basti pensare che nel 1975 l'Italia esportava appena 360.000 ettolitri di vino per un valore inferiore ai 40 milioni di dollari. Erano i tempi in cui «vino italiano» era sinonimo di un fiasco di Chianti (allora non ancora Doc), su una tovaglia a quadretti di qualche trattoria famigliare specializzata in «spaghetti with meatballs» e «fettuccine Alfredo».
A dare una mano ai nostri prodotti, oltre al boom della cucina, è stato anche il tracollo americano del made in France. I francesi hanno pagato a carissimo prezzo il loro anti-americanismo dopo l'11 settembre, spingendo milioni di americani a boicottare vini e formaggi francesi.
Estratto da Corriere della Sera del 31/01/07 a cura di Pambianconews