Miroglio ha fatto mille. Anzi di più. Non una, ma due volte: oltre mille milioni di euro i ricavi 2006, oltre 1.130 i negozi. E così il gruppo tessile e di abbigliamento piemontese (la sede è ad Alba, in provincia di Cuneo) è entrato nel ristretto drappello, una decina al massimo, di aziende italiane del settore il cui giro d'affari supera la soglia del miliardo di euro.
I dati di preconsuntivo sono stati esaminati venerdì scorso dal consiglio di amministrazione: l'incremento sull'anno precedente è dell'11% equamente distribuito tra il settore tessile, che ha messo a segno un aumento del 10% circa e rappresenta il 35% del fatturato complessivo, e l'abbigliamento, che oggi copre il 65% dei ricavi ed è cresciuto dell'11% circa. Stabile rispetto al 2005 l'ebitda, pari al 13% circa dei ricavi.
A trainare la crescita del giro d'affari sono soprattutto le nuove aperture di punti vendita: 140 nel 2006. E quest'anno l%u2018obiettivo è di aggiungerne quasi 200. Per il 60% sono a gestione diretta, il resto è in franchising, «ma la tendenza è quella di aumentare la percentuale dei primi», sottolinea Giuseppe Miroglio (nella foto), 36 anni, un'esperienza di lavoro coltivata nella divisione abbigliamento.
L'Italia resta il primo mercato (60% dei ricavi), il resto viene soprattutto dai Paesi dell'Europa orientale. Nel frattempo, però, cresce la presenza in Cina, i cui risultati non figurano nel consolidato (se non come patrimonio). Le tre joint-venture (due nel tessile, una nell'abbigliamento) stanno dando risultati positivi: quella nell'abbigliamento è passata in due anni da 9 a 25 milioni di euro di ricavi. Sull'onda di questi successi, afferma Giuseppe, «vorremmo ampliare l'esperienza con altre joint-venture, soprattutto nell'abbigliamento».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 30/01/07 a cura di Pambianconews