Bpi mette la parola fine all'affaire Bormioli. Archiviata senza successo l'asta per vendere la pluricentenaria azienda vetraria di Parma, il tandem Lodi-Efibanca ha strutturato un leverage della Bormioli Rocco e figlio (Bre) con l'ingresso al 21,3% del fondo Quadrivio e nuovi finanziamenti della Popolare di Milano. In pratica il fondo torinese guidato dall'AD Walter Ricciotti sottoscrive un aumento di capitale riservato per 60 milioni della Bormioli finanziaria, la holding interamente posseduta da Partecipazioni italiane (ex-Necchi, del gruppo Bpi) che a sua volta ha il 65,7% dell'azienda vetraria in condominio con il restante 31 % in mano a Efibanca, la merchant bank del gruppo bancario lodigiano.
Ai 60 milioni di Quadrivio si aggiungono le linee di credito che Popolare Milano e la stessa Efibanca erogheranno alla holding e l'intera dotazione così raccolta servirà a Bormioli finanziaria per comprare quel 31% dalla banca d'affari guidata da Enrico Fagioli.
Il duplice scopo dell'intera manovra (si concluderà con la fusione Bormioli finanziaria-Bre) è rafforzare il patrimonio dell'azienda e consentire a Efibanca di vendere senza perdite la propria quota. Infatti post-aumento il gruppo vetrario avrà debiti netti per 160 milioni, compatibili col reddito delle vetrerie (2,5 volte i 67,2 milioni di ebitda dell'esercizio scorso, su un fatturato di 522). Mentre Efibanca uscirà dal capitale senza incorrere in perdite, visto che la sua quota verrà pagata 118 milioni. Cioè sulla base di un valore d'impresa di 380 milioni che non era stato raggiunto nell'asta.
Estratto da Il Mondo del 26/01/07 a cura di Pambianconews