Un futuro fatto di lusso ma anche di fiducia. Si è chiuso su queste due linee guida Vicenzaoro Winter, tradizionale appuntamento d'inizio d'anno per l'industria orafa italiana e mondiale. Il bilancio parla di un incremento del 12% delle presenze, con oltre 25.000 operatori del settore, ma anche di un raddoppio dei visitatori, più di 14.000, ad Oromacchine, il salone dedicato ai macchinari, segno di un forte interesse ad investire in tecnologie innovative. «Da questi dati si legge una ritrovata vitalità ed una importante inversione di tendenza commenta Valentino Ziche, presidente di VicenzaFiere aspettiamo conferme nei prossimi mesi masi è tornati a parlare di progetti, di investimenti, di nuove risorse».
L'industria orafa italiana, impegnata da tempo a difendere con i denti una riconosciuta leadership, sembra ormai convinta che nel futuro ci potrà essere solo un Made in Italy di alto profilo. Resta tutto da capire quali elementi supportino questa esperienza: i materiali preziosi non bastano da soli, serve un mix di design, cultura, evocazione. Partendo da questa base è facilmente intuibile che a Vicenza s'è visto veramente di tutto, dai gioielli ad ispirazione religiosa a fedeli riproduzioni di varie epoche storiche, da arditi disegni moderni a romantiche creazioni.
A Vicenza una intera “strada” della Fiera è stata dedicata ai diamanti, che segnalano un mercato da tempo stabilizzato ma con buone prospettive per l'anno in corso soprattutto in Italia che resta il primo mercato europeo ed il terzo al mondo nel settore. Quanto alle aziende italiane, Morellato ha debuttato facendo squadra con Sector per andare con gli orologi a conquistare sportivi ed amanti della vela legandosi a “Mascalzone latino”, ma ha anche proposto nuove linee degli affermati gioielli “poveri” in acciaio e le sofisticate novità di Molecole, dall'argento colorato all'oro molecolare.Novità anche contro la contraffazione: la Etg, etichetta di tracciabilità e garanzia, che ripropone in un settore delicato come quello dell'oreficeria un sistema che riprende un uso mirato del codice a barre.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/01/07 a cura di Pambianconews