Arrivano messaggi contrastanti dal mondo delle calze del distretto di Castel Goffredo. Se da una parte i dati Smi-Ati relativi ai primi tre trimestri dello scorso anno testimoniano una crescita dei volumi del 4%, un resoconto riguardante l'occupazione redatto dalla Filtea-Cgil segna una perdita di oltre 300 addetti nell'ultimo anno. «Non sono a conoscenza dei dati di Filtea-Cgil, dice Francesco Merisio, direttore del Centro Servizi Calza, associazione delle aziende appartenenti al settore della calza femminile e maschile del distretto di Castel Goffredo, ma dalle analisi in nostro possesso il calo dell'occupazione non supera le 100 unità. Però possiamo dire che il 2006, analizzando le risposte fornite da 30 aziende aderenti al gruppo calzetteria di Smi-Ati che rappresentano quasi la metà del fatturato del settore, può essere archiviato come un buon anno. Nei primi due trimestri dell'esercizio l'incremento è stato del 7% che è schizzato al oltre il 9% nell'ultimo trimestre».
Grande ripresa si è registrata in particolare nell'export che ha superato 1,6 miliardi di paia (che nella calzetteria rappresenta il 60% della produzione). Negli ultimi anni di crisi generalizzata del settore tessile anche il mondo della calza ne abbia risentito. Dalla lettura dei risultati si evidenzia come le aziende vincenti siano quelle che hanno saputo diversificare verso la produzione (prevalentemente nel seamless), ma anche avvicinarsi al mercato con punti vendita monomarca o franchising. L'altro canale redditizio è investire in tecnologia o nelle vere griffe.
Estratto da Finanza & Mercati del 23/01/07 a cura di Pambianconews