Al via a Milano le sfilate maschili: in passerella e negli showroom ci saranno le collezioni per l'A/I 07-08. E per i prossimi due mesi il grande circo della moda andrà in scena quasi ogni giorno, tra eventi, settimane di sfilate del prét-à-porter donna o dell'alta moda a Milano, Roma, Parigi, Londra e New York, cui si aggiungono fiere specializzate a Barcellona, Colonia, Berlino e nel Far East. Ma quello che vedremo da qui all'inizio di marzo è solo il “software” della moda. L'hardware è un'industria che comprende cinque settori -tessile, vestiario, pelle, pelletteria e calzature, e che per l'Italia rappresenta la seconda voce attiva nella bilancia commerciale, occupa circa 800mila persone e nel 2007 fatturerà poco meno di 70 miliardi di euro, in crescita del 3,5% rispetto ai 67,5 miliardi del 2006.
Il dato più interessante è che la ripresa è generalizzata e non riguarda solo alcune parti della filiera del tessile-abbigliamento: secondo gli ultimi dati Istat, rielaborati dalla Camera della moda, sui risultati definitivi degli ultimi mesi del 20o6, il fatturato è cresciuto in modo significativo, e per il terzo trimestre consecutivi, nei settori a monte, cioè tessile e concia (+5,5% rispetto al terzo trimestre 2005) e ancor più nei settori a valle (+9%), abbigliamento, accessori in pelle e calzature.
Nella seconda metà dello scorso anno, a partire da giugno-luglio, c'è stata la tanto attesa ripresa dei consumi interni, che ha seguito con qualche mese di ritardo quella del mercato estero, iniziata nel 2005. Il buon andamento della domanda interna è legato al clima di fiducia: in Italia, per quanto riguarda le imprese si mantiene sui valori massimi degli ultimi cinque anni, che potrebbe portare a un aumento, a breve, della domanda.
I settori dove il made in Italy maschile potrà reggere la concorrenza dei produttori asiatici è il formale e, in misura minore, lo sportswear. Come mostrano i dati di un'indagine Pambianco Strategie di Impresa, il fatturato complessivo delle 15 prime aziende di abbigliamento formale nel 2006 è aumentato dell'8,9%, mentre quello delle 15 prime di sportswear è cresciuto del 4,7%. E per una larga parte dei brand considerati nel campione la crescita si aggira tra il 10 o e il 20%. Nel formale al primo posto c'è Ermenegildo Zegna: i ricavi del 2006 dovrebbero arrivare a 775 milioni di euro, in crescita dell'8,7% rispetto al 2005. Seguono Brioni con 180 (+11%) e Canali con 178 (+9,9%). Anche Corneliani (+14,3%) e Kiton (+14,4%) crescono a due cifre e quasi sempre grazie a un forte aumento dell'export. Per quanto riguarda lo sportswear continua la corsa del gruppo Replay, che secondo le previsioni di Pambianco chiuderà il 2006 con ricavi a 350 milioni (+8,7% sul 2005) e di Guru, che supererà il traguardo dei 100 milioni di fatturato, con un aumento del 30% sull'anno precedente.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/01/07 a cura di Pambianconews