Per la sua passerella d'esordio a Milano, capitale mondiale del prét-à-porter, ha scelto la Borsa italiana, dove sfila anche Valentino. Lilang è un marchio cinese e il direttore creativo, Ji Wenbo, è il primo stilista del suo Paese a calcare le passerelle milanesi: nel settembre scorso, in occasione della settimana della moda femminile, le autorità di Pechino avevano sponsorizzato una sfilata collettiva, fuori calendario, di giovani stilisti. Poco conosciuti in patria, completamente sconosciuti qui.
Per Ji Wenbo è diverso. Lilang è lo “Zara cinese”, una catena con 360 boutique monomarca (a Pechino e in città come Changchun, Zhengzhou, Changsha, Hangzhou, Chengdu, Guiyang e Fuzhou, tutte abitate da milioni di persone), i 440 negozi in franchising e 100 corner di department store di medio-alto livello. Nata nel 1987, alla vigilia della grande transizione verso un'economia di mercato, Lilang in Cina è la prima catena di abbigliamento casual maschile. Ma a Milano si presenta con il prét-à-porter: la collezione sarà ispirata all'esercito di terracotta.
Ma quali sono i piani di Lilang? «Se qualcuno, dopo aver visto la sfilata, volesse comprare i nostri modelli, dovrebbe prendere un aereo e venire in Cina, dice Chengchu Hu, direttore generale e vicepresidente di Lilang. Questa è un'operazione di immagine: serve a farci conoscere fuori dal nostro Paese, dove invece il nostro brand è già affermato. Il prossimo passo sarà l'apertura di punti vendita in Europa, ma senza fretta».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 16/01/07 a cura di Pambianconews