Nel corso del 2006, il quadro congiunturale nel settore vestiario esterno maschile ha evidenziato, in analogia con quanto avvenuto in media nella filiera tessile-moda, qualche miglioramento nei mesi centrali dell'anno. Tuttavia, a causa dei risultati molto negativi che hanno caratterizzato i primi mesi dello scorso anno e del cattivo avvio della stagione invernale sul mercato italiano, il bilancio complessivo del 2006 si è connotato, probabilmente, per una complessiva stagnazione (-0,7%) dei ricavi lordi. Questi ultimi dovrebbero infatti essersi assestati poco sotto la soglia dei 4,1 miliardi di euro, oltre il 13% del fatturato complessivo del “valle” del sistema moda italiano e poco meno dell'8% delle vendite totali della filiera tessile-abbigliamento.
In lieve crescita l'export, per il quale gli ottimi risultati che stanno caratterizzando alcuni sbocchi commerciali come Russia, Spagna, Giappone, ma anche Hong Kong, +12,9% e Corea del Sud, +32%, vengono bilanciati dalla perduranti flessioni dei maggiori sbocchi europei Francia e Germania soprattutto, e degli USA. Nonostante risultati complessivamente non brillanti, le vendite estere sono stimate aver aumentato ulteriormente (al 61,7%) il loro peso rispetto al fatturato globale del comparto.
Ancora incrementi per l'import. Il 2006, infatti, dovrebbe concludersi con una crescita del 6,7%, con la Cina che ha continuato a sottrarre quote di mercato agli altri tradizionali fornitori del mercato italiano (Tunisia, Turchia e Romania in primis). Nel 2006 poco meno del 55% della domanda interna lorda (comprensiva cioè anche della quota di prodotti realizzati all'estero, importati e successivamente riesportati) sarà stata soddisfatta da beni importati mentre l'attivo commerciale settoriale si sarà ridotto di 100 milioni.
(Nella foto il presidente di Pitti Immagine, Gaetano Marzotto).
A cura di Pambianconews