Roberto Colombo guida, insieme al fratello Giancarlo, il Lanificio Luigi Colombo fondato dal padre Luigi. L'azienda è oggi leader mondiale nella produzione di filati nobili: cashmere, soprattutto, ma anche vicuna e preziose combinazioni, come quella di cashmere e visone.
«Chiuderemo il 2006 con un fatturato di circa 70 milioni di euro, per il 70% legato a filati e tessuti e per il 30% ai prodotti finiti, un business in cui siamo entrati all'inizio degli anni Novanta. Abbiamo 340 dipendenti. Poi c'è n'è un altro milione, ma non qui nel vercellese, spiega Roberto Colombo. Sono le capre che ci danno la materia prima e si trovano ad alcune migliaia di chilometri da questo stabilimento. Pensi che per il più semplice dei maglioni occorre il pelo di due capre. E per una giacca quello di sei».
«Per arrivare al risultato finale, il filato o il tessuto da spedire ai nostri clienti, tra cui ci sono i più importanti marchi della moda e del lusso, da Giorgio Armani, a Prada e Valentino, da Christian Dior a Hermès, da Ferré a Hugo Boss, Gianni Versace, Escada, JilSander, dice Roberto Colombo, possono essere necessari fino a 98 cicli di produzione.
La svolta degli anni Novanta è la nascita della linea di abbigliamento e accessori in cashmere a marchio Colombo. «Per industriali puri trasformarsi in confezionisti o venditori non è scontato né facile, dice Colombo. Per questo abbiamo iniziato con grandi negozi, che per semplicità possiamo chiamare outlet, fuori dalle città e vicini ai nostri stabilimenti. In questo modo ci siamo fatti le ossa, prima di scegliere una rete di boutique italiane e straniere a cui offrire i nostri prodotti, e prima di pensare all'apertura di corner o negozi monomarca veri e propri. Anche perché abbiamo sposato la filosofia dell'autofinanziamento: non faremo mai investimenti che non siamo in grado di sostenere. Procediamo a piccoli passi».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/01/07 a cura di Pambianconews