L'anno si chiude con un saldo « attivo di 17 miliardi di euro della bilancia commerciale della moda italiana, contro un saldo negativo di quella francese di circa 3 miliardi. Con un export che nel 2006 andrà oltre i 65 miliardi di euro, superando di un buon 3% quello dell'anno precedente». Questo in cifre è il raffronto che Mario Borselli (nella foto), presidente, della Camera della moda italiana, fa tra i due settori gemelli del fashion italiano e di quello francese.
Sul piano delle politiche economiche e industriali, secondo il presidente della Camera della moda «i due sistemi sono collegati da due importanti accordi, firmati il 26 giugno del 2000 e il 17 gennaio del 2005». Quindi, dal suo punto di vista, «sono molte di più le cose che legano la Francia e l'Italia della moda che non quelle che le separano».
Dopo gli anni della crisi del settore, dal 2002 al 2005, il sistema Italia conta oggi oltre 80 mila imprese e 800 mila addetti, impegnati in una produzione di alto livello, anche per le maison francesi più importanti. «Nel tessile, e in quello conciario, dove maggiore è stata la sofferenza, si è verificata una vera selezione darwiniana, a detrimento di quelle aziende meno specializzate, ma questo ha dato luogo a un sistema più solido che nel passato». «È iniziato», prosegue Borselli, «un trend positivo. Anche la previsione di un possibile rallentamento dell'economia mondiale nel 2007 non fa paura al settore, perché ci si può attendere un 2008 ancora migliore».
E conclude: «Per ora diciamo che non solo l'export è cresciuto nel 2006, ma anche il fatturato globale delle imprese ha registrato un miglioramento passando dai 63,75 miliardi di euro del 2005 ai quasi 66 miliardi del 2006, grazie a una ritrovata fiducia dei consumatori che ha dato segni positivi».
Estratto da Economy del 22/12/06 a cura di Pambianconews