Diego Della Valle riporta in Italia dal Lussemburgo il controllo della Tod's. L'imprenditore marchigiano ha avviato nelle scorse settimane un primo riassetto della struttura di controllo del suo gruppo destinato ad accorciare e semplificare la catena societaria. La Dadv Sarl, holding lussemburghese in cui è custodita la maggioranza della Tod's, è stata rimpatriata nel Belpaese e poi fusa nella Divi finanziaria, una delle due casseforti nazionali di Della Valle.
L'assegno francese va a rafforzare una situazione finanziaria già piuttosto granitica. Il filo rosso che lega tra loro le stanze dei bottoni di casa Della Valle infatti è l'assoluta assenza di debiti bancari a fronte di una florida situazione patrimoniale, figlia del successo industriale e azionario di Tod's. La Divi finanziaria, la nuova stanza dei bottoni del business delle calzature, ha chiuso ad esempio il 2005 con in portafoglio 6,9 milioni di utile, senza un euro di esposizione e con un patrimonio di 362 milioni.
Ancor meglio sono andate le cose per la Diego Della Valle Sapa, l'altra gamba dell´impero di famiglia che controlla la Fiorentina, la Dorint e un'altra serie di business collaterali. Questa società ha archiviato l´ultimo esercizio con 23 milioni di utile, zero debiti, 178 milioni di patrimonio e 12 milioni di liquidità parcheggiati in banca. Unico vincolo, le azioni Tod´s (anche sotto questa holding c´è una piccola quota) costituite in pegno a Banca Intesa in cambio dei 33 milioni di finanziamenti della banca di Giovanni Bazoli alla squadra Viola. Cifre che fissano in circa 2 miliardi il valore dell´intera galassia della famiglia marchigiana, anche al netto dei 310 milioni residui a fine 2005 nei conti della lussemburghese Dorint Sa.
Proprio l´ultima testa di ponte dei Della Valle in Lussemburgo dovrebbe garantire alla famiglia quest´anno le maggiori soddisfazioni. La delicatissima battaglia per il controllo della Banca Nazionale del Lavoro si è chiusa infatti per l´imprenditore marchigiano con un´autentica pioggia d´oro. Nel portafoglio di Dorint c´era il 4,8% dell´istituto a un prezzo di carico di 1,12 euro circa per azione, girato a inizio 2006 alla Bnp a 2,925 euro. La Dorint (che lo scorso anno, in piena bufera Ricucci, ha acquistato titoli Rcs a corsi di gran lunga superiori a quelli attuali) ha già girato 50 milioni di finanziamento alle casseforti del gruppo subito dopo la chiusura dell´operazione ma gli effetti contabili della plusvalenza saranno leggibili per intero solo a fine 2006.
Estratto da La Repubblica del 15/12/06 a cura di Pambianconews