Alla domanda se l'ambizione è diventare una piccola Mediobanca, sorridono. Ma poi prendono le distanze. Piazzetta Cuccia è una banca d'affari indipendente, con una storia ormai consolidata e concentrata sulle grandi aziende. In Centrobanca, invece, puntano sulle medie imprese e sugli imprenditori che cercano di raggiungere quella dimensione per evitare di diventare facili prede. Il target è servito su un piatto d'argento, dato che Centrobanca è la banca d'affari del gruppo Bpu (Banche Popolari Unite) che controlla al 97,5%.
E, come chiarisce il suo presidente Mario Boselli (presidente anche della Camera nazionale della moda italiana), «sono proprio gli istituti di credito della rete, che seguono 6 mila aziende di medie dimensioni, che rappresentano il nostro target, a impegnare il 40% dell'attività». Tanto più oggi: con la fusione in atto tra Bpu e Banca Lombarda, infatti il potenziale mercato della merchant bank si sta ampliando.
Centrobanca resta in minoranza se si tratta di operazioni di grandi dimensioni, oppure acquisisce la maggioranza. «Guardiamo a settori importanti con prospettive internazionali come il food, l'abbigliamento, la moda e il design, ma anche a comparti per i quali l'Italia è già affermata nel mondo come la meccanica», spiega il direttore generale Valeriano D'Urbano.
«Ma siamo attenti anche a società che operano in settori determinanti per lo sviluppo del Paese come l'energia, ad aziende che hanno la leadership di prodotto ma carenza di managerialità o che hanno bisogno di essere patrimonializzate per fare quel salto dimensionale necessario a un buon posizionamento sul mercato».
Il primo passo è già stato fatto: la banca d'affari sta costituendo un osservatorio insieme alla Camera della moda, alla società di consulenza Booz Allen Hamilton e a quattro big del settore (Cavalli, It Holding, John Richmond e la famiglia Burani). Il passo successivo sarà quello di investire nelle aziende emergenti attraverso fondi di private equity.
Estratto da Economy del 24/11/06 a cura di Pambianconews