In Borsa entro il 2007. La notizia non è secondaria, perché il gruppo Artemide (110 milioni di euro di ricavi nel 2006 e una quota delle esportazioni superiore al 70%) è vicino al mezzo secolo di vita e ha consolidato una posizione di grande rilievo nel settore dell'illuminazione. Ma l'aspetto più interessante della quotazione riguarda il percorso, come spiega in questa il presidente-proprietario Ernesto Gismondi. A 74 anni, il fondatore dell'azienda ha deciso di affrontare di petto, attraverso la porta della Borsa, il problema della successione e del passaggio generazionale. Non senza qualche «paletto» per i suoi familiari.
Tiriamole somme: lei finora non ha voluto familiari tra i piedi.
L'azienda l'ho fatta io, sono ligure, e non è facile starmi vicino. Se cerca un padre-padrone, eccomi.
Ora ho cambiato idea perché alla mia età è indispensabile scoprire le virtù della tolleranza. E la quotazione in Borsa è un'ottima strada per farlo serenamente e con determinazione. Per raggiungere alcuni obiettivi.
Passaggio in Borsa diretto o in compagnia di un fondo di private equity?
Sto valutando. Ho cinque offerte di fondi e deciderò presto: le ipotesi, per fortuna, sono diverse.
Come mai ha scelto questa soluzione?
Il motivo è semplice: evitare che i miei familiari, una volta defunto Ernesto Gismondi, possano fare quel che vogliono. Il mio desiderio è quello di garantire la continuità dell'azienda, è un diritto che ho conquistato con il mio lavoro. E la prima cosa da fare è separare la proprietà dalla gestione.
Che obiettivo ha per il suo fatturato?
Passare da 110 a 150 milioni di euro. E migliorare le esportazioni, specie nei Paesi emergenti, che oggi rappresentano il 73% dei ricavi. Punto tutto sul Bric: i mercati di Brasile, Russia, India e Cina.
Estratto da Economy del 24/11/06 a cura di Pambianconews