Prima lo sbarco in Medio Oriente, poi il rafforzamento sul mercato nazionale con l'eventuale aumento della partecipazione nel gruppo Pomellato e l'acquisizione di nuovi marchi. Guido Damiani, AD del gruppo, spiega le prossime mosse della società in vista dell'esordio a Piazza Affari.
In questi anni Damiani è cresciuta molto all'estero. Quali sono le strategie a breve sui mercati internazionali? Su quali mercati puntate in particolare?
Abbiamo oltre trenta boutique nelle principali città e location del mondo e lo sviluppo dei mercati esteri è oggi il nostro focus. I mercati che stanno crescendo più rapidamente sono il Giappone e gli Stati Uniti, dove siamo presenti con filiali a Tokyo e New York. Ma ci sono anche altri mercati interessanti come, a esempio, l'ex Unione Sovietica e la Cina. Questa estate abbiamo aperto la prima boutique Damiani a Hong Kong, il primo passo del gruppo sul mercato cinese. L'espansione continua con la recente apertura a Fukuoka in Giappone e l'inaugurazione del secondo negozio di Honolulu. Entro la fine dell'anno, inoltre, apriremo anche i mercati di Israele e della Turchia.
Come sta andando il gruppo? Quali sono le prospettive di crescita?
Il gruppo è cresciuto molto negli ultimi 10 anni: il fatturato è passato da 50 milioni del 1996 a 180 del 2005, che si è chiuso con oltre 20 milioni di euro di utile. In Italia Damiani ha raggiunto una posizione di leadership nel mercato della gioielleria sia in termini di vendite sia di brand awareness e questo ci porta a concentrarci sui mercati esteri dove vogliamo ottenere gli stessi risultati. Proprio da questi arriverà la crescita, stiamo lavorando molto in questo senso.
Ci sono state voci in merito a una possibile quotazione in Borsa per far crescere il business. Cosa può dire al riguardo?
Vogliamo continuare a crescere e siamo consapevoli che una eventuale quotazione potrebbe fungere da acceleratore. Abbiamo lavorato in profondità sui fondamentali e questo ha consentito di creare il presupposto per poter scegliere se e quando aprirsi a una eventuale quotazione, ma nessuna decisione è stata ancora presa in tal senso. Quello che posso confermare è che, qualora decidessimo di procedere, la famiglia Damiani comunque manterrebbe la maggioranza assoluta.
Estratto da Finanza & Mercati del 16/11/06 a cura di Pambianconews